Se riesci a continuare a giocare a tennis mentre qualcuno sta sparando in strada, quella è concentrazione.”

Serena Williams

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato come le routine pre-performance o PPR (Pre-Performance Routines) siano utili nell’aiutare a focalizzare l’attenzione, ridurre l’ansia, eliminare le distrazioni, migliorare la fiducia e contribuiscano a un sensibile miglioramento dei risultati sportivi. Queste routine possono trovare applicazione non soltanto nello sport, ma anche a un attore che sta per esibirsi in uno spettacolo, a un candidato che sta per affrontare un colloquio o a chiunque si sforzi di raggiungere un obiettivo competitivo. Ma come funzionano e, soprattutto, come si creano?
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Ciò che non ti uccide, ti rende più forte

Friedrich Nietzsche

Lo sport e il movimento fisico possono aiutare le persone a vivere una vita più sana, oltre a permettere lo sviluppo della conoscenza del proprio corpo, la realizzazione di sé, l’apprendimento di valori come il coraggio, l’equità, la disciplina, il rispetto per gli altri, l’amicizia. Insomma, un sacco di belle cose.

Ma non è tutto rose e fiori e dove c’è sport c’è spesso anche una buona dose di sofferenza. Non solo in quelle discipline in cui il dolore è previsto di default, come il pugilato o le arti marziali, ma anche negli sport senza contatto. Uno scontro di gioco con un avversario, una palla che colpisce il volto di un atleta, un muscolo sottoposto a uno sforzo eccessivo, un infortunio a un’articolazione: sono tutti esempi di eventi dolorosi, più o meno gravi, che chiunque abbia fatto sport ha dovuto prima o poi affrontare. Continua a leggere