Lo sport ha il potere di cambiare il mondo,  perché parla ai giovani in una lingua che comprendono.

Nelson Mandela

Nella prima parte di questo articolo abbiamo visto che gli effetti positivi che lo sport ha sui giovani possono essere rovinati dalla crescente esasperazione dell’agonismo a discapito del divertimento e da programmi di allenamento che non soddisfano le esigenze dei bambini.

Ci eravamo lasciati con la promessa di analizzare tre fattori che possono portare i giovani ad allontanarsi dal mondo dello sport (genitori, allenatori, specializzazione precoce), con l’obiettivo di riflettere sul nostro ruolo nell’educazione sportiva delle nuove generazioni.

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Non mi sembra di rinunciare alla mia infanzia. Il golf è la mia infanzia

Allan Kournikova

C’è una forte tendenza nella nostra società a vedere la partecipazione dei giovani allo sport soltanto nei suoi aspetti più positivi. I bambini sono incoraggiati a partecipare ai programmi sportivi perché si ritiene (correttamente) che essi promuovano valori fondamentali come il carattere, il lavoro di squadra, la determinazione e l’impegno.

Oltre a questo, i benefici oggettivi dell’attività fisica in età scolare sono numerosi e si estendono a molteplici ambiti, tra cui il rafforzamento delle difese immunitarie, lo sviluppo fisico, l’abbassamento del grado di rischio per le malattie cardio-vascolari, la riduzione dell’obesità giovanile.

Sono state inoltre dimostrate correlazioni positive tra la pratica sportiva giovanile e la riduzione di fattori di rischio (anche molto gravi) nell’età adulta, come rapporti sessuali non protetti, gravidanze indesiderate, depressioni, suicidi, fumo, uso di droghe e perfino diverse tipologie di tumori.

Insomma, i giovani che praticano sport hanno più probabilità di crescere sani, psicologicamente sereni e soddisfatti del loro percorso di vita, sia personale che professionale.

Ma quest’ampia panoramica degli effetti positivi dello sport può essere fuorviante se ci impedisce di vedere che esistono pericoli e problemi da non sottovalutare, in particolare legati a una crescente esasperazione dell’agonismo anche tra i più piccoli.

L’ossessione per la vittoria può infatti diventare fonte di un pesante stress psicologico per i giovani atleti, in grado di determinare, oltre all’abbandono precoce della pratica sportiva, anche effetti diametralmente opposti rispetto a quelli sopra descritti.
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