Tag Archivio per: Kobe Bryant

Quando entri nella zona tutto rallenta, si ha una fiducia suprema. Non pensi a ciò che ti circonda. Tutto diventa invisibile e c’è solo concentrazione.

Kobe Bryant

Ci sono grandi prestazioni degli atleti di élite che sono entrate a far parte della storia dello sport mondiale: gli 81 punti di Kobe Bryant contro i Toronto Raptors nel 2006, i tre home run consecutivi di Reggie Jackson nelle World Series del 1977, la rimonta di Tiger Woods allo US Open del 2008. Incredibili prestazioni come queste non sono prevedibili, e molte volte gli atleti protagonisti ne sono stati sorpresi tanto quanto chi le ha viste accadere. Ma una cosa che accomuna tutti quelli che, anche a livelli più bassi, realizzano prestazioni al di fuori dell’ordinario sono le sensazioni di assoluta concentrazione, energia e gioia che le hanno accompagnate.

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“Nulla al mondo può prendere il posto della perseveranza. Non certo il talento, nulla è più comune di uomini di talento falliti.”

Calvin Coolidge. 

Pochissime persone possono essere veramente considerate dei campioni in quello che fanno. Ma come fanno? Perché non tutti siamo in grado di giocare a golf come Tiger Woods, nuotare come Michael Phelps o correre come Usain Bolt? Molti pensano che questi esseri semi-mitologici siano stati dotati da Dio (o dal caso, a seconda di ciò in cui uno crede) di un talento innato che gli permette di compiere imprese impossibili per i normali esseri umani. Per cui, che senso ha tentare di emularli se la vita non mi ha riservato la stessa fortuna?

E se questo invece fosse solo un mito? E se il talento fosse una qualità sopravvalutata, che ha molto meno a che fare con il successo rispetto alla perseveranza e al duro lavoro?

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“La via per imparare è lunga se si procede per regole, breve e efficace se si procede per esempi.”

Seneca

Lo psicologo canadese Albert Bandura è il padre della teoria dell’apprendimento sociale. Secondo tale teoria, l’apprendimento degli individui non passa esclusivamente attraverso l’esperienza diretta, ma anche attraverso stimolazioni indirette sviluppate dall’osservazione di altre persone. Bandura negli anni ’60 ha coniato il termine Modelling (modellamento), dimostrando che l’acquisizione delle informazioni provenienti dall’esterno può incidere sulla capacità di riprodurre lo stesso comportamento. Tale teoria é incentrata sul meccanismo di identificazione che lega il discepolo osservatore al modello osservato. 

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“Come si fa a mangiare un elefante intero? Lo si mangia un pezzetto alla volta.

Antico proverbio africano

Il concetto di resilienza ha due componenti strettamente connesse tra di loro: una coinvolge la capacità di superare la fatica e i disagi fisici, l’altra la capacità di resistere allo stress psicologico e di sopportare contrattempi e fallimenti. Alla base di entrambe ci sono positività, energia, autodisciplina, tenacia, flessibilità e anche creatività, perché saper reagire alle situazioni impreviste può richiedere di dover affrontare gli eventi scegliendo una prospettiva differente rispetto a quella più immediata. La radice però è unica: l’attivazione della capacità di ‘tenere duro’ viene sempre e soltanto dalla nostra mente.

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