Trance agonistica, zona, flusso (seconda parte). Gli elementi che permettono e descrivono l’esperienza
Quando sono nella zona, non penso al tiro o al vento o alla distanza o a qualsiasi altra cosa. Prendo solo la mazza e faccio uno swing.
Mark Calcavecchia
Nella prima parte di questo articolo abbiamo descritto lo stato di trance agonistica, chiamato anche zona o flusso, nelle sue caratteristiche fondamentali. In questa seconda parte vedremo invece quali sono gli elementi specifici che lo caratterizzano e che ne descrivono l’esperienza per gli sportivi.
Come abbiamo già evidenziato, alcune persone raggiungono la trance agonistica più facilmente e frequentemente di altre. Lo psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi definisce queste persone come ‘autoteliche’. L’autotelismo è la convinzione che un lavoro soddisfacente sia una giustificazione in sé e per sé. I tratti della personalità autotelica includono la curiosità, la tenacia, la bassa egocentricità e il desiderio di svolgere attività solo per ragioni intrinseche.
Csikszentmihalyi ha messo insieme una sorta di formula, identificando nove elementi che permettono e descrivono l’esperienza del flusso:
- Equilibrio sfida-abilità
- Fusione di azione e consapevolezza
- Obiettivi chiari
- Feedback inequivocabile
- Concentrazione totale
- Senso di controllo
- Perdita di coscienza
- Trasformazione del tempo
- Esperienza autotelica
Gli atleti possono sperimentare tutte e nove queste dimensioni quando praticano il loro sport, vediamo come.
1. Equilibrio sfida-abilità
Entrare nel flusso richiede un equilibrio tra la percezione del livello di sfida e il livello di abilità. Ciò significa che dobbiamo sentirci sicuri di avere le capacità per portare a termine il compito, ma allo stesso tempo riconoscere che il raggiungimento dell’obiettivo prefissato richiederà la nostra piena concentrazione e attenzione.
Nello sport, man mano che gli atleti migliorano le loro abilità il livello della competizione aumenta e gli avversari diventano più forti, offrendo l’opportunità di continuare migliorare alzando l’asticella della sfida per sé stessi.
2. Fusione di azione e consapevolezza
Lo stato di flusso produce un sentimento di unità tra azione e consapevolezza, per cui ci sentiamo tutt’uno con il compito che stiamo svolgendo. La nostra mente è completamente presente nell’attività, senza essere distratta da altri eventi. Durante il flusso, la coscienza del mondo al di fuori dell’attività semplicemente svanisce nel nulla.
In molti aspetti dello sport, gli atleti agiscono quasi automaticamente usando la loro memoria neuromuscolare per eseguire abilità apprese nel corso degli allenamenti. In questo modo possono concentrarsi sugli aspetti più complessi, come l’analisi delle azioni degli avversari. Ad esempio, i tennisti esperti non hanno bisogno di pensare consapevolmente a come colpire la palla. Questo libera la loro capacità di pensare in modo più complesso e strategico, e possono concentrarsi sullo studio dell’avversario e mettersi in una posizione di vantaggio per vincere il punto.
3. Obiettivi chiari
Lo stato di flusso richiede obiettivi chiari, dobbiamo essere in grado di descrivere esattamente ciò che dobbiamo fare prima di tentare di portare a termine il compito. In questo modo possiamo concentrare tutta la loro attenzione sul raggiungimento dell’obiettivo.
Oltre all’obiettivo principale, che è quello della vittoria, gli sportivi hanno anche degli obiettivi secondari connessi alle regole e alle caratteristiche delle rispettive discipline. Nel calcio, per esempio, i giocatori vogliono mantenere il possesso di palla, fare passaggi puliti, contrastare l’avversario in difesa, etc. Tutti questi sono obiettivi chiari che i giocatori hanno ben chiari già prima della partita, cosa che facilita il raggiungimento del flusso.
4. Feedback interno ed esterno
Sperimentando il flusso percepiamo un feedback positivo sulle nostre prestazioni, un feedback che non viene dall’esterno ma dalla percezione istintiva di aver realizzato qualcosa di buono.
Gli atleti ricevono un feedback dalla consapevolezza cinestesica di come il loro corpo si muove nello spazio. Quando un subacqueo realizza un tuffo o un ginnasta compie un salto mortale, non hanno bisogno dei punteggi dei giudici per sentire di aver fatto un buon lavoro. Tuttavia, se gli atleti ricevono un feedback aggiuntivo dai giudici, dai fan, o dagli allenatori, la sensazione di permanenza nel flusso può esserne rafforzata.
5. Concentrazione totale
La concentrazione è uno degli elementi più importanti per sperimentare il flusso, ed è altamente correlato all’equilibrio tra sfida e abilità. Quando il nostro livello di abilità è appena sufficiente per portare a termine un’azione, per poterla realizzare abbiamo bisogno di una concentrazione completa. Così facendo, ci dimentichiamo di tutte le ansie e i problemi della vita quotidiana e siamo completamente immersi nel momento presente. Se invece l’azione è troppo facile e riusciamo a portarla a termine anche mentre siamo distratti e pensiamo ad altro, è probabile che i nostri pensieri si allontanino dal momento presente e ci portino fuori dal flusso.
La maggior parte degli sport ha il potenziale per fornire una sfida sufficiente a richiedere la completa concentrazione di un atleta, soprattutto a livello avanzato. In generale, la maggior parte degli sport individuali senza una componente di sfida diretta, come per esempio la ginnastica o i tuffi, richiedono più controllo mentale e concentrazione. Altri sport, soprattutto quelli di squadra come ad esempio il basket o la pallavolo (ma anche quelli individuali in cui si sfida direttamente un avversario, come il tennis o la scherma), richiedono maggiori capacità di analisi sulla base delle azioni della propria squadra e degli avversari.
6. Senso di controllo
Anche il senso di controllo è strettamente legato all’equilibrio tra sfida e abilità. Si noti che la chiave per sperimentare la sesta dimensione del flusso è un senso di controllo sufficiente, ma non completo. Un controllo completo implicherebbe che abbiamo le capacità per portare a termine facilmente l’attività. Un senso di controllo sufficiente implica invece che, pur avendo le competenze necessarie, dobbiamo impegnarci a fondo per vincere la sfida. D’altra parte, se le nostre abilità risiedono ben al di sotto del livello richiesto, potremmo sentirci fuori controllo e iniziare a dubitare di noi stessi. Questo dubbio ci porterebbe fuori dal momento presente e dal flusso.
Non appena gli atleti cominciano a provare un senso di controllo completo, tendono ad accettare nuove sfide per avanzare a un livello più alto. Quando una squadra di calcio inizia a vincere quasi tutte le partite, vuole passare a una divisione superiore. Quando uno scalatore inizia a sentirsi a proprio agio su un certo tipo di parete, ne cercherà una leggermente più ripida o più alta. Se gli atleti si spingono ad accettare nuove sfide senza spingersi troppo oltre, mantengono un senso di controllo sufficiente ma non completo, che può permettere la sperimentazione del flusso.
7. Perdita di coscienza
La maggior parte di noi vive la propria vita valutando e giudicando se stessi e preoccupandosi del giudizio degli altri. Ma se prestiamo troppa attenzione al pensiero cosciente, perdiamo contatto con il momento presente e disturbiamo la nostra concentrazione. Ecco perché la perdita di auto-coscienza è un aspetto fondamentale del flusso, perché non possiamo lasciare che i pensieri ci distraggano.
Alcuni atleti hanno più probabilità di sperimentare una perdita di auto-coscienza rispetto ad altri, perché riescono a separarsi dall’ambiente che li circonda. Molti altri invece hanno difficoltà ad esibirsi durante le gare o davanti alla folla, perché sono preoccupati del giudizio degli spettatori o degli allenatori. Quest’ansia è un problema spesso molto difficile da controllare, ma gli atleti devono riuscire a lasciarsi andare all’auto-coscienza per poter sperimentare il flusso e le sensazioni che ne derivano.
Un calciatore in trance agonistica racconterà di essersi sentito totalmente concentrato sul gioco, senza che il rumore della folla, gli arbitri o le condizioni del campo potessero in alcun modo disturbarlo. Un golfista racconterà di essersi preoccupati solo dello swing e della pallina, un giocatore di basket con la ‘mano calda’ di aver visto il canestro più grande del normale.
8. Trasformazione del tempo
La trasformazione del tempo si riferisce alla nostra percezione del tempo stesso. Esperienze di flusso più profondo hanno il potere di farci sperimentare il tempo che passa più velocemente o più lentamente di quanto non accada nella realtà, perché quando siamo intensamente concentrati sul momento presente il tempo sembra svanire o avere poca importanza.
Questa dimensione del flusso può essere abbastanza difficile da sperimentare per gli atleti, perché per molti sport le vittorie o le sconfitte sono direttamente connesse allo scorrere di un determinato periodo di tempo. Ma alcuni raccontano che quando sono nella zona le loro azioni sembrano avvenire molto rapidamente, quasi come se tutto scorresse via molto in fretta. Altri invece riferiscono di aver percepito il tempo rallentare mentre schivavano un pugno, dribblavano un avversario o schiacciavano un pallone.
9. Esperienza autotelica
Un’esperienza autotelica è un’esperienza intrinsecamente gratificante. É l’attività in sé che fa sentire bene, non le ricompense esterne a essa collegate come denaro, status, approvazione.
La maggior parte degli sport sono stati inventati per il piacere. Quando da bambini abbiamo iniziato a calciare palloni in giardino o a tirare palle in un canestro, non l’abbiamo fatto per soldi o per il desiderio di essere ammirati. Probabilmente abbiamo iniziato a farlo perché ci annoiavamo e pensavamo a come impiegare il nostro tempo libero in modo divertente.
Purtroppo, l’ansia per ottenere la vittoria impedisce a molti atleti di godersi il loro sport. Alcuni godono di questa pressione, che contribuisce al loro divertimento. Ma, tutto sommato, è molto più facile sperimentare il flusso quando pratichiamo uno sport semplicemente perché lo amiamo.
Conclusioni
Se vogliamo ottenere migliori prestazioni sportive, dobbiamo cercare di sperimentare il flusso ogni volta che è possibile. Lo stato è più facile da raggiungere per gli atleti più rilassati e consapevoli, piuttosto che per quelli nevrotici ed emotivi, ma ci sono anche fattori esterni che contribuiscono alla probabilità di sperimentare o meno le sensazioni ad esso correlate.
A prescindere dai risultati, ciò che rende il flusso così entusiasmante è il puro piacere che gli atleti provano quando si trovano in questo stato. Anche se la partecipazione allo sport è di solito divertente per la maggior parte degli atleti, questo stato è un momento sportivo raro ed estremamente intenso.
Come già detto, il principale limite al raggiungimento della trance agonistica è l’ansia sportiva. Fortunatamente, la meditazione consapevole per gli atleti può aiutare ad alleviare questa ansia e aiutarli a rimanere concentrati sul momento presente. Presto parleremo di questa pratica e di come può aiutare gli atleti a sperimentare tutte le dimensioni del flusso.
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