Perché “voglio diventare più forte” non è un obiettivo corretto per un atleta
“Colui che conosce il proprio obiettivo si sente forte”
Lao Tzu
Per raggiungere qualsiasi risultato per prima cosa è essenziale aver ben chiaro dove vogliamo arrivare, ossia fissare un obiettivo da raggiungere. Ma se gli obiettivi non sono strutturati nel modo corretto, è molto probabile che le nostre energie saranno mal direzionate e le possibilità di raggiungerli (e verificarli) verranno sensibilmente ridotte. Questo vale in tutti i campi: vita privata, lavoro, sport.
In PNL si parla di obiettivi ben formati, nella gestione aziendale di obiettivi S.M.A.R.T. Il succo in entrambi i casi è sempre lo stesso: perché possa trasformarsi in risultato, è necessario che un obiettivo possegga determinate caratteristiche.
1) Specifico
Un obiettivo specifico impiega le energie in modo più efficace, invece di disperderle senza avere una direzione ben chiara e definita. Gli obiettivi generici non precisano in modo sufficientemente chiaro quale sia la prospettiva finale e di conseguenza limitano la nostra motivazione. Per cui:
Sbagliato: Voglio segnare più gol.
Giusto: Voglio segnare 30 gol.
2) Misurabile
Un obiettivo è misurabile se si può quantificare, ossia se gli si può dare un valore numerico di riferimento. Questo valore servirà per monitorare i progressi, sostenere la motivazione e rendere evidente il raggiungimento (o meno) dell’obiettivo. Per cui:
Sbagliato: Voglio correre più veloce.
Giusto: Voglio migliorare di 2 secondi il mio tempo sui 400 metri.
3) Positivo
È sempre meglio fissare gli obiettivi in termini positivi, concentrandosi sui comportamenti che dovrebbero essere presenti piuttosto che su quelli che dovrebbero essere assenti. Questo infatti aiuta a concentrarsi sul successo piuttosto che sull’evitare il fallimento. Per cui:
Sbagliato: Non voglio più stare in panchina.
Giusto: Voglio giocare da titolare dieci gare in più rispetto alla passata stagione.
4) Tempificato
Impegnarsi per raggiungere un obiettivo sarà inefficace a meno che mettiamo una data o un evento specifico entro il quale vogliamo raggiungerlo, perché senza un orizzonte temporale di riferimento sentiremo di disporre di un tempo illimitato e continueremo a posticipare l’impegno. Per cui:
Sbagliato: Un giorno voglio diventare un giocatore di Serie A.
Giusto: Entro tre anni voglio essere diventato un giocatore di Serie A.
5) Sfidante (ma realistico)
Un obiettivo troppo facile limiterà il coinvolgimento e non potrà spingerci a dare il massimo delle nostre possibilità. Allo stesso tempo, un obiettivo deve essere commisurato alle risorse e alle capacità di cui disponiamo, per evitare di sprecare energie a vuoto inseguendo traguardi irraggiungibili. A volte alcuni atleti hanno la tendenza a fissare obiettivi mal bilanciati, in modo da avere una scusa se i loro obiettivi non vengono raggiunti (toppo difficili) o per essere costantemente rassicurati dal successo (troppo facili). Gli obiettivi “giusti” sono invece quelli che spingono gli atleti a lavorare sodo e sono più soddisfacenti quando vengono raggiunti. Per cui:
Sbagliato: Voglio giocare in NBA (se ho trent’anni e sono alto un metro e mezzo).
Giusto: Voglio diventare il miglior realizzatore della mia squadra.
6) Autonomo
Un obiettivo corretto dovrebbe dipendere il più possibile dalle proprie risorse, ossia le attività necessarie al suo raggiungimento dovrebbero essere indipendenti dal comportamento degli altri. Questo negli sport di squadra a volte può essere complicato, ma è sempre possibile restringere un obiettivo più generale fino a qualcosa che sia direttamente sotto la nostra sfera di influenza. Per cui:
Sbagliato: Voglio che la mia squadra abbia la miglior difesa del campionato.
Giusto: Voglio che gli attaccanti che dovrò marcare segnino al massimo cinque gol in tutto il campionato.
7) Strutturato
Non è sufficiente definire correttamente un obiettivo, bisogna anche stabilire attraverso quali comportamenti sarò in grado di raggiungerlo. Fissare obiettivi come il miglioramento della percentuale di tiro nel basket è facile, ma diventa difficile stabilire come farlo senza tecniche o esercizi specifici. Identificare quindi una strategia e cCercate quindi chi vi può supportare nel percorso: allenatori, familiari, amici, compagni di squadra. I traguardi più importanti sono spesso impossibili da raggiungere da soli.
8) Rilevante (per noi stessi)
È importante che un atleta si senta in controllo (autodeterminato) nei propri obiettivi e che li riconosca come significativi per la propria mappa valoriale. Se un atleta stabilisce in autonomia il proprio obiettivo è molto probabile che lo interiorizzerà correttamente. Se invece l’obiettivo gli viene imposto dall’esterno, ad esempio da un genitore o da un allenatore, finirà per sentirsene oppresso rifiutando di impegnarsi.
9) Ecologico
Gli obiettivi devono essere fissati tenendo conto, oltre che dei risultati che si vogliono raggiungere, anche dei costi e delle conseguenze che essi comportano, sia per se stessi che per quelli che ci circondano (il nostro “ambiente” sociale). Occorre prendere in esame domande come “Che effetto avrà sulla mia vita? Su quella della mia famiglia? Sul lavoro? Cosa cambierà quanto avrò ottenuto il risultato desiderato?” Spesso siamo portati a pensare che gli obiettivi siano una questione privata, ma gli effetti collaterali delle nostre decisioni vanno sempre tenuti in seria considerazione.
Se un obiettivo rispetta tutte queste caratteristiche, ci sono maggiori probabilità che saremo portati a fare tutto il possibile per raggiungerlo. Altrimenti, se ci limitiamo a dire “voglio diventare più forte” è probabile che in breve tempo ci ritroveremo smarriti nel percorso, distratti da vari fattori di disturbo che piano piano ci allontaneranno sempre di più dai risultati che dicevamo di voler raggiungere.
Per la prima volta da quando ho iniziato questo blog, oggi vorrei provare a darvi un compito a casa. Stasera (non rimandate questa attività, fatelo subito prima che il ricordo di questa lettura svanisca nella vostra mente per fare spazio ad altre cose) prendete carta e penna e scrivete almeno tre obiettivi che vorreste raggiungere nella vostra vita sportiva. O anche in quella di tutti i giorni, se preferite.
Tre traguardi a cui magari avete rivolto un pensiero nel corso di questi ultimi tempi ma che sono sempre rimasti un po’ vaghi nella vostra mente. Ricordate di metterli per iscritto, non basta fare questo esercizio mentalmente: in questo modo, il vostro subconscio registrerà che quei pensieri che avete trascritto sul foglio sono molto più importante degli altri 10.000 che avete fatto oggi e vi aiuterà a compiere le azioni necessarie a trasformare gli obiettivi in realtà.
Quando avrete scritto i vostri obiettivi, che dovranno avere tutte le caratteristiche descritte sopra, prendete quel foglio e mettetelo da qualche parte, nascosto alla vista ma in un punto in cui sappiate di poterlo ritrovare. Non dovrete farlo vedere a nessuno, vi serve soltanto per aver chiaro dove volete arrivare e su quali basi misurare i vostri risultati futuri. Ogni tanto, andate a riprendere quel foglio e verificate se e quanto vi siete avvicinati al traguardo. In questo modo, saprete se state procedendo sulla strada giusta o se vi siete persi da qualche parte lungo la via.
Impegnatevi a fondo… e buona fortuna!
“Il miracolo non è essere giunti al traguardo, ma avere avuto il coraggio di partire”.
Jesse Owens
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